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Il passato delle cellule influenza l’aggressività del tumore

Le terapie antitumorali non dovrebbero basarsi unicamente sulla tipizzazione molecolare del tumore ma considerare anche la genesi delle cellule che lo compongono. A questa conclusione giunge uno studio pubblicato su PNAS e coordinato dal biologo cellulare Jianming Xu del Baylor College of Medine di Houston, che dimostra come l’aggressività di un tumore ER-/HER2+ possa cambiare a seconda delle cellule da cui si è originato.

Che i tumori HER2 positivi possano evolvere in maniera diversa a seconda della sensibilità dello stesso tumore al recettore degli estrogeni (ER) era già stato ipotizzato un paio di anni fa1: un gruppo di ricercatori statunitensi, coordinati dal patologo Xiaoxian Li dell’Università Emory di Atlanta, aveva infatti osservato che il sottotipo ER+/HER2+ tende a metastatizzare diversamente rispetto a ER-/HER2+ e permette una migliore sopravvivenza.

Il recente lavoro di Jianming Xu getta nuova luce sul comportamento dei due tumori suggerendo la possibilità di diversificare le terapie. Dalle prime fasi a quella metastatica, i ricercatori hanno seguito, divisione dopo divisione, lo sviluppo di cellule tumorali ER+/HER+ ed ER-/HER2+ in un modello murino, marcando la progenie delle cellule ER+ con una proteina fluorescente rossa. L’équipe ha inoltre monitorato i livelli di espressione del recettore per gli estrogeni, la proliferazione cellulare nonché la capacità di metastatizzare dei due sottotipi di tumore.

Inizialmente, il tumore era composto in parti uguali da cellule ER+/HER2 + e ER-/HER2+. A mano a mano che il tumore si sviluppava, le cellule ER-/HER2+ proliferavano rapidamente, dando origine ad altre cellule con comportamento simile, ma facevano rare metastasi. Così non era per le cellule ER+/HER2+: sebbene producessero per lo più altre cellule ER+/HER2+ a crescita lenta, alcune di queste generavano cellule ER-/HER2+.

Questa nuova popolazione di cellule ha finito per aumentare rapidamente e quindi diffondersi in modo aggressivo in altri tessuti. Analisi successive hanno rivelato che alcuni cambiamenti nel DNA delle cellule ER+/HER2+ hanno interrotto l’espressione del recettore per gli estrogeni, rendendo questa nuova popolazione ben più aggressiva delle cellule ER-/HER2+ iniziali. In altre parole, nonostante il sottotipo sia lo stesso, un tumore ER-/HER2 che avuto origine da cellule ER+ potrebbe rivelarsi molto più aggressivo di un tumore ER-/HER2 che ha avuto origine da altre cellule ER-.

“Attualmente, tutti i tumori al seno ER-/HER2+ sono trattati allo stesso modo e producono risposte diverse. I nostri risultati suggeriscono che potrebbero essere necessarie terapie diverse” ha commentato Jianming Xu. Sebbene i risultati dovranno essere convalidati anche nell’uomo, lo studio conferma che l’oncogenesi non è un processo lineare ma comporta cambiamenti anche drastici nella popolazione delle cellule tumorali.

1https://www.clinical-breast-cancer.com/article/S1526-8209(18)30792-4/fulltext