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Il “vero” costo della chemioterapia

Ogni anno i costi associati alla chemioterapia per il tumore al seno impattano sull’economia britannica per circa 248 milioni di sterline (278 milioni di euro), comprendese le oltre mille sterline che le singole pazienti sono costrette a coprire di tasca propria.

Lo studio, coordinato dalla ricercatrice Krishnali Parsekar e pubblicato nella rivista BMJ Open, è il primo a calcolare il costo non sanitario della chemioterapia nel Regno Unito. L’analisi considera la perdita di produttività e l’astensione dal lavoro ma anche costi personali come il pagamento del trasporto e del parcheggio presso le strutture di cura, il costo delle parrucche e di nuovi reggiseni nonché dei farmaci da banco. Nella costruzione del database, il gruppo di ricerca ha attinto dai registri oncologici nel Regno Unito, da linee guida cliniche e da indagini sui pazienti pubblicate in letteratura. Le testimonianze dei pazienti e del personale sanitario sono state raccolte tramite interviste semi-strutturate.

“Le interviste restituiscono l’impatto del tumore al seno sulla vita delle persone. Le persone parlano del loro mondo che sta semplicemente cadendo a pezzi e degli effetti collaterali della chemioterapia come perdita di capelli, stanchezza, costipazione e diarrea, perdita del gusto. E parlano anche dell’impatto impatto sulle loro famiglie e su coloro che si prendono cura di loro” ha commentato Stephanie Howard-Wilsher, ricercatrice della Norwich Medical School, che figura tra gli autori dello studio.

Nel dettaglio, la perdita di produttività ammonta a 141 milioni di sterline, dei quali 3,2 dovuti alla mortalità e 133,7 all’assenza dal lavoro a breve (28,7 milioni) e a lungo termine (105 milioni). 3,4 milioni di sterline sono associati alla mortalità da neoplasie secondarie mentre la perdita di produttività dei familiari di un paziente oncologico ammonta a 1,1 milioni. Le spese vive sostenute dalle donne che si sottopongono a chemioterapia ammontano a 4,2 milioni di sterline, pari a circa 1.100 sterline annuali per paziente. Infine, i ricercatori hanno provato a quantificare in termini economici il carico emotivo su familiari e caregiver, valutandolo con un’ulteriore perdita di produttività di circa 82 milioni di sterline.

“L’onere maggiore per la società è rappresentato dalla perdita di produttività dei pazienti oncologici. Le spese vive dei pazienti e i costi delle cure familiari sono più contenuti ma restano comunque significativi. Un migliore indirizzamento del trattamento chemioterapico potrebbe evitare di imporre costi inutili sia sui pazienti sia sull’intera società” ha riassunto Parsekar.

“La maggioranza delle pazienti richiede chirurgia, radioterapia, chemioterapia, terapia ormonale o una combinazione di queste per ridurre il rischio di recidiva. Circa un terzo dei pazienti con tumore al seno riceve la chemioterapia, ma ci sono aree grigie intorno alle quali le pazienti la fanno anche quando non ne avrebbero bisogno” ha ricordato Richard Fordham, professore alla Norwich Medical School, anche egli tra gli autori dello studio. Un’aiuto in questo senso possono darlo i cosiddetti test genomici che permettono di predire l’aggressività di alcuni tipi di tumore e di stimare il vantaggio di aggiungere la chemioterapia alla terapia ormonale.

Nel nostro paese i test genomici non sono ancora stati inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza. Tuttavia, nel dicembre del 2020, il governo ha istituito un fondo destinato al rimborso delle spese per l’acquisto dei test da parte degli ospedali. Lombardia e Toscana, oltre alla Provincia autonoma di Bolzano, hanno già introdotto la rimborsabilità. Fortunatamente, altre Regioni si stanno muovendo per imitarle.